domenica 26 febbraio 2012

L’ETICA NEL BUSINESS: DAL KARMA AL SUCCESSO

Ascoltando il mondo che ci circonda, veniamo immediatamente sovrastati dal rimbombo dell’eco di una sola parola: CRISI. Senza addentrarmi in questa sede sulla veridicità della fondatezza di questa plurinominata crisi, facciamo partire questa trattazione dando per scontato che la crisi ci sia, vediamo da quali atteggiamenti mentali è stata prodotta, come affrontarla per uscirne ed il senso stesso intrinseco nel suo concetto. Come ben sa chi da tempo mi segue su questo blog o sui social network o chi ha partecipato a qualcuno dei miei seminari, non amo partire da generalizzazioni sociali che non fanno altro che crearci una scusa per uno scarico di responsabilità individuale, quanto piuttosto preferisco addentrarmi nei meandri psico-emotivi del singolo, perché è dall’atteggiamento di ognuno di noi che si crea come risultante un andamento di massa che determina successivamente un risultato a livello della comunità. Gandhi infatti diceva “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”.. e da qui voglio partire per analizzare il ruolo dell’etica nel business, in modo tale da poter studiare come il concetto di karma possa avere impatto anche sul nostro successo lavorativo.
Innanzitutto, per i non pratici di discipline orientali, cosa si intende esattamente per karma? La sua radice sta nel termine sanscrito karman, che significa “azione”, concetto che indica presso le religioni e le filosofie religiose originarie dell'India per lo più il principio di "causa-effetto", un principio di concatenazione secondo il quale ogni azione provoca una reazione, vincolando, per alcune di esse, gli esseri senzienti al samsāra (il ciclo di morti e rinascite). Ma, volendo allargare ovviamente la trattazione anche a coloro che non credono nella reincarnazione e considerando che in ogni caso la vita che stiamo vivendo è l’unica di cui abbiamo cosciente memoria, unico spazio temporale consapevole compreso tra due veli dell’oblio, come non considerare i saggi detti nati nella vita campestre dei nostri nonni che ci sottolineano che “ciò che si semina, si raccoglie”..?
Il sistema sociale e religioso nel quale siamo immersi non ha fatto altro che creare un timore psicologico di una punizione (terrestre o ultraterrena) atto a intimorire e reprimere, arginando di conseguenza l’infrazione delle regole. Questo atteggiamento però costituisce solo uno strumento di controllo dell’ordine pubblico ma non porta all’educazione ed all’evoluzione spirituale del soggetto. Se facciamo un paragone psicologico con gli stadi evolutivi psicologici analizzati dal padre dell’Analisi Transazionale Eric Berne (bambino – adulto – genitore), questo tipo di approccio è adatto alla modalità psicologica del bambino: “non faccio questo, altrimenti mi puniscono.. ma se per caso sono certo di non essere visto, allora lo faccio di nascosto, così non vengo punito”. La vera crescita del soggetto avviene quando sceglie deliberatamente e proattivamente di agire secondo principi basati su un’etica universalmente condivisa, ovvero: “in assoluta libertà e senza timore alcuno di giudizio o punizione, scelgo in nome dell’etica il bene, consapevole che la mia scelta contribuirà all’evoluzione mia e della società, su una base di amore universale”. In un certo senso, questo è il passaggio da “non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te” a “FAI agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te”. Einstein scrisse: “Il valore di un uomo dipende innanzitutto dalla misura in cui i suoi pensieri, sentimenti ed azioni contribuiscono allo sviluppo dell’esistenza degli altri individui”.
Tutto questo non è solo una trattazione filosofico-spirituale. La scienza è arrivata grazie alla fisica quantistica a dimostrare come concetti apparentemente esoterici abbiano invece un impatto reale nella vita di tutti i giorni in tutti i suoi aspetti, quindi anche dal punto di vista lavorativo. La manualistica sulla Legge di Attrazione ha conosciuto a tal proposito un momento di enorme successo e questo dato ci suggerisce quanto intrinsecamente l’Uomo sappia che dietro la realtà delle apparenze esiste qualcosa a livello sottile ed energetico che ne muove i fili.. Tutto sta a scoprirne il Secret..;-)
Andiamo un po’ più in profondità. Deepak Chopra ne “Le Sette Leggi Spirituali del Successo”, analizzando la seconda legge, la “Legge del Dare”, dice: “ L’Universo si basa su uno scambio dinamico.. Il dare e il ricevere rappresentano due aspetti diversi del suo flusso energetico. Con la disponibilità a donare ciò che ricerchiamo, assicuriamo alla nostra esistenza l’abbondanza dell’Universo”. Come mai così spesso pretendiamo che gli altri ci diano, diano, diano.. ma ci soffermiamo mai a pensare a quanto diamo noi in maniera disinteressata..? O siamo macchiavellicamente portati a dare solo al fine di ricevere..? E quanto accade questo nel mondo del lavoro? Lavoratori scansafatiche che si lamentano delle aziende, aziende con il lucro in cima alla piramide dei valori che sfruttano al massimo i lavoratori.. ma dov’è finito il concetto di collaborazione..? Tu azienda hai bisogno del lavoratore ed è giusto che il lavoratore venga meritocraticamente ricompensato e gratificato.. e tu lavoratore credi di aver fregato l’azienda che ti stipendia con la tua presunta “furbizia” di non svolgere il tuo lavoro o di fare l’arrampicatore sociale schiacciando e sfruttando gli altri..? Da ambo le parti, come vi guardate allo specchio al mattino..? Provate a guardarvi nei vostri stessi occhi, lo specchio dell’anima.. anche Dorian Gray alla fine ha dovuto fare i conti con se stesso.. Come suggerisce Bruce Lipton, analizzando la ripetizione frattale dei salti quantici evolutivi, questo modello non è più sostenibile e siamo arrivati al punto di rottura: o si crolla, o si cresce.
Karmicamente parlando, tutto quello che accade in un determinato momento è il risultato di scelte precedenti: i semi del karma danno sempre i loro frutti, a volte immediatamente ma molto spesso più in là nel tempo. Quando operiamo una scelta, dovremmo sempre porci consapevolmente due interrogativi: 1) quali sono le conseguenze della scelta che mi accingo a fare? 2) la scelta che mi accingo a compiere porterà felicità a me e a quelli che mi circondano in maniera etica? Solo se la risposta è positiva la scelta va attuata ed il cuore conosce sempre la risposta giusta.. solo che spesso per alcuni è più comodo non ascoltarlo..! Attuare scelte etiche consapevoli ci permette di pagare i nostri debiti karmici e di generare un futuro di gioia, abbondanza e facilità, allineando la nostra vita con il nostro dharma, ossia il nostro scopo esistenziale. Eh già, molto spesso noi pensiamo a cosa fare o, un passo più avanti, a come farlo.. ma quasi mai ci soffermiamo a pensare al perché, al motivo per cui facciamo le cose che facciamo.. e lì è racchiusa la chiave del nostro scopo, la nota attorno alla quale accordare ogni nostro pensiero, ogni nostra parola, ogni nostra azione.
Il momento di crisi, risultante di numerosi nodi karmici, deve portarci all’apprendimento di una lezione, un messaggio intrinseco nascosto al suo interno. Per citare nuovamente Einstein: “Ogni problema non può essere superato allo stesso livello di pensiero che l’ha generato”. La crisi, se ben gestita, racchiude già in sé il seme della crescita e dell’evoluzione, sia a livello professionale che a livello personale. “Se fai le cose che hai sempre fatto, otterrai i risultati che hai sempre ottenuto. Se vuoi ottenere risultati diversi, devi imparare a fare cose diverse”. E se gli atteggiamenti che abbiamo avuto finora ci hanno condotti karmicamente a risultati a noi poco graditi, chiediamo a noi stessi con estrema onestà cosa abbiamo fatto, come lo abbiamo fatto e cosa abbiamo dato finora.. e, quando troviamo qualcosa da correggere, cambiamo immediatamente la rotta!
I risultati nell’ambito professionale emergono da un processo di inside-out. David Starr Jordan, naturalista statunitense, scrisse: “Non esiste al mondo vera eccellenza che possa essere separata da un retto vivere”. La nostra rivoluzione interiore deve seguire la struttura essere-fare-avere, non viceversa! Seneca scrisse: “Non è perché le cose sono difficili che non osiamo, è perché non osiamo che esse sono difficili”! Io sono fermamente convinta che se siamo davvero determinati a raggiungere un obiettivo prima o poi troveremo la strada.. se non lo siamo invece troveremo una scusa! Una frase che ripeto spesso è: “Quando il perché è grande, il come non è mai un problema”.
Se vogliamo cambiare i frutti, ovvero i  nostri risultati, dobbiamo cambiare le radici, ovvero intervenire a livello interiore. Perché mai l’Universo dovrebbe premiarci se siamo guidati da invidia, falsità, ipocrisia, maldicenza, slealtà e simili..? Che risultati pensiamo di ottenere come risultato di scarso impegno, scarsa determinazione, scarsa professionalità e via dicendo..? E poi magari ci ammaliamo di vittimismo e diciamo sempre che è colpa degli altri o delle avversità esterne..? Per forza che allora la crisi diventa la scusa più facile per chi non ha voglia di crescere e di darsi da fare! Per citare un altro articolo di questo blog, Gastone e Paperino non erano nati sotto una buona ed una cattiva stella, ma semplicemente il loro diverso atteggiamento mentale determinava due diverse realtà come risultante! Siamo esattamente ciò che pensiamo! “I tuoi pensieri diventano le tue parole, le tue parole diventano le tue abitudini, le tue abitudini diventano il tuo carattere, il tuo carattere diventa il tuo destino”.
Il vero insuccesso, il vero fallimento, il più grande errore è desistere. Edison fallì 100 volte prima di arrivare ad inventare la lampadina.. se lui, come molti altri grandi della storia, avesse desistito, probabilmente saremmo ancora al buio delle caverne.. Henri Ford era solito dire: “Che tu creda di farcela o di non farcela,  in ogni caso sicuramente avrai ragione”. Og Mandino ne “Il più grande venditore del mondo scrive: “L’insuccesso non riuscirà mai ad abbattermi se posseggo davvero una forte determinazione”. E proprio con un brano tratto da questo meraviglioso libro, vorrei chiudere il mio articolo, con l’augurio che per ognuno sia un mantra da ripetersi all’occorrenza.. anche più volte al giorno.. prima e dopo i pasti..;-)!!
A presto!!
Ecco come si valuta, in Oriente, la capacità dei giovani tori a combattere nell’arena. Si conduce il torello nell’arena e lo si incita a caricare il picador, che lo pungola con una lancia. Il coraggio del giovane animale viene valutato con cura in base alla sua maggiore o minore disponibilità ad attaccare sfidando le punture della lama. D’ora innanzi riconoscerò che anch’io ogni giorno vengo messo alla prova dalla vita in questo modo. Se persisto, se continuo a provare, se continuo ad attaccare, avrò successo.

Persisterò fino al successo. Io non sono nato per la sconfitta, né il fallimento scorre nelle mie vene. Non sono una pecora che aspetta di essere pungolata dal pastore. Io sono un leone, e mi rifiuto di parlare, camminare, dormire con le pecore. Non starò ad ascoltare quelli che piangono e si compiangono, poiché la loro è una malattia contagiosa. Lasciamoli insieme alle pecore. Il mattatoio dell’insuccesso non è il mio destino.

Persisterò fino al successo. I premi della vita si trovano al termine di ogni viaggio, non agli inizi; e non mi è dato sapere quanti passi sono necessari per raggiungere la meta. Potrò ancora incontrare il fallimento al millesimo passo, tuttavia il successo può nascondersi dietro la prossima curva della strada. Non potrò mai sapere quanto è vicino, se non avrò svoltato l’angolo. Sempre avanzerò di un passo.

E se questo non recherà vantaggio, ne farò un altro; e un altro ancora. In verità un passo alla volta non è difficile. Persisterò fino al successo. D’ora innanzi considererò lo sforzo di ogni giorno come il colpo della mia lama contro una quercia possente. Il primo colpo non può causare neppure un tremito al legno, e così il secondo e il terzo. Ogni colpo di per se stesso può essere insignificante e sembrare privo di conseguenze. Ma anche sotto una serie di fendenti infantili, la quercia alla fine crollerà. Così deve accadere grazie ai miei sforzi di oggi.

Sarò simile alla goccia di pioggia che spazza via la montagna; alla formica che divora una tigre; alla stella che illumina la terra; allo schiavo che erige una piramide. Costruirò il mio castello mattone dopo mattone, poiché so che con i piccoli sforzi ripetuti si porta a compimento qualsiasi impresa.

Persisterò fino al successo. Non prenderò mai in considerazione la sconfitta e abolirò dal mio vocabolario parole e frasi come abbandonare, non posso, incapace, impossibile, fuori discussione, ineseguibile, improbabile, senza speranza, insuccesso, ritirata; perché queste sono le parole degli sciocchi. Eviterò la disperazione, ma se questa malattia della mente mi dovesse infettare, continuerò a lavorare nonostante la disperazione. Lavorerò sodo e sopporterò. Ignorerò gli ostacoli ai miei piedi e terrò gli occhi fissi alla meta sul mio capo, poiché so che dove finisce l’arido deserto cresce l’erba verde. Persisterò fino al successo.

Ricorderò le antiche leggi della statistica e le piegherò a mio vantaggio. Insisterò, ben sapendo che ogni fallimento aumenterà le mie possibilità di successo al prossimo tentativo. Ogni no che sento mi porterà più vicino al suono del si. Ogni cipiglio che incontro mi prepara al sorriso venturo. Ogni sfortuna di oggi reca in sé il seme della buona sorte di domani. Devo avere la notte per apprezzare il giorno. Devo fallire spesso per avere successo una volta soltanto.

Persisterò fino al successo. Proverò, proverò e proverò ancora. Considererò ogni ostacolo come una semplice deviazione dalla meta e come una sfida alla mia capacità. Persisterò e svilupperò la mia abilità come i marinai sviluppano la propria, imparando ad uscire illesi dalla furia di ogni uragano.

Persisterò fino al successo. D’ora innanzi imparerò ad applicare un altro segreto proprio di coloro che eccellono nel mio genere di lavoro. Al termine di ogni giorno, senza stare a considerare se è stato un successo o un fallimento, mi sforzerò di realizzare ancora una vendita. Quando i miei pensieri attireranno il mio corpo stanco verso casa, resisterò alla tentazione di farvi ritorno.

Proverò di nuovo. Farò un ulteriore tentativo di chiudere con una vittoria, e se questo fallisce ne farò un altro. Non permetterò mai che una giornata finisca con un insuccesso. Così pianterò il seme del successo di domani e otterrò un insormontabile vantaggio su coloro che terminano il lavoro ad un’ora stabilita. Quando gli altri si ritirano dalla lotta, allora comincerò la mia, e il mio raccolto sarà grande.

Agirò adesso. Non eviterò i compiti di oggi rimandandoli a domani, perché domani non arriverà mai. Intendo agire adesso, anche se le mie azioni possono non portare felicità e successo, perché agire e fallire è pur più del non agire e del vano agitarsi. In verità, il frutto colto della mia azione può non essere la felicità, tuttavia senza azione ogni frutto morirà sulla pianta.

Persisterò fino al successo. Non permetterò che il successo di ieri mi culli nel compiacimento di oggi, poiché proprio questo è la base del fallimento. Dimenticherò gli eventi del giorno passato, buoni o cattivi che fossero, e saluterò il nuovo giorno con la certezza che questo sarà il giorno più bello della mia vita. Sino a che avrò respiro persisterò. Poiché io ora conosco uno dei più grandi principi del successo: se persisterò abbastanza a lungo vincerò. Persisterò. Vincerò.