domenica 12 dicembre 2010

NETWORK vs CRISI.. 1 A 0 !!

11-12-13 Giugno 2010. Mi trovo all’Excel London, insieme a 3.000 persone per seguire il seminario di Robert Kiyosaki. Per chi non lo conoscesse ancora, Robert Kiyosaki, nato e cresciuto alle Hawaii, è un nippo-americano di quarta generazione. Dopo le superiori ha frequentato l'Università di New York, si è laureato e poi arruolato nei Marine per andare in Vietnam come ufficiale e pilota di elicotteri. Tornato dalla guerra ha intrapreso la carriera finanziaria. Ha creato diverse aziende e a 47 anni si è ritirato dal lavoro. Adesso si diverte a fare quello che più preferisce: investire.. Oltre ad investire in immobili e azioni di piccole società, la sua principale occupazione è l'insegnamento dell'intelligenza finanziaria e delle tendenze economiche: nei suoi seminar insegna come diventare milionari: ecco perché lo definiscono il maestro dei milionari!
Una frase di quel seminario mi ha colpita particolarmente, tanto shoccante quanto lapalissiana: “Il motivo principale per cui molti hanno difficoltà finanziarie dipende dal fatto che sono andati a scuola per molti anni senza apprendere nulla sul funzionamento del denaro. Così le persone imparano a lavorare per i soldi, ma non imparano come far lavorare i soldi per loro.”. Ho ascoltato con estrema attenzione le parole di Robert: con grande esaustività, a volte con sarcasmo e cinismo, a volte con profonda gratitudine, l’autore di “Padre Ricco, Padre Povero” ha illustrato in maniera esemplare gli effetti che pensieri differenti hanno sulla vita di una persona e quanto la gente formi le proprie vite attraverso i propri pensieri, insegnandoci poi a “pensare da ricchi”.

Tornata a casa, avendo recentemente intrapreso un’attività di network marketing, mi sono immersa nella lettura di uno dei libri più conosciuti di Robert, “A Scuola di Business – per chi vuole aiutare gli altri”. Questo libro spiega come un'attività di network marketing possa essere "il business perfetto" per molte persone: permette di guadagnare in un modo rivoluzionario ed offre a tutti l’opportunità di arricchirsi.. ovviamente chiunque abbia grinta, determinatezza e perseveranza! In questo libro sono descritti quelli che Robert ritiene i veri valori del network marketing, dei valori che vanno oltre la possibilità di avere un reddito aggiuntivo: “Finalmente”, dice Robert, “ho trovato un business che possiede un cuore". E siccome, come dice Zio Mike, “La Parola è suono, l’Esempio è tuono”, come non modellare chi è un risultato così esemplare dei propri consigli.. ;-)?

Dal blog di Giancarlo Iannelli, grande amico e formatore, prendiamo la definizione di Wikipedia di Multi Level Marketing:
Il Multi Level Marketing (MLM), Network Marketing, vendita multilivello, o marketing multilivello è un metodo di distribuzione di prodotti o servizi che permette ad un distributore o venditore di crearsi una rete di distributori senza consistenti investimenti in denaro. Solitamente i singoli individui, acquistando una licenza identificativa, un “codice” al quale vengono collegate provvigioni e sotto-distributori, possono svolgere attività di vendita indipendente per conto dell’azienda principale. I distributori vengono ricompensati in base ai beni o servizi distribuiti direttamente o da terzi nella loro rete di distribuzione, in percentuale sul fatturato globale dell’organizzazione, per differenza ed a scaglioni. IL MLM è nato i primi del 1900 negli Stati Uniti. Nel Multi Level Marketing, vengono distribuiti prodotti di tutti i tipi, e non necessariamente gli affiliati devono fare direttamente uso di tali prodotti, anche se è consigliato per migliorare il clima di “fiducia” nei “consigli di acquisto” che il venditore fa ai potenziali compratori. Ogni diversa azienda che usa il MLM come sistema di distribuzione ha un diverso sistema di remunerazione dei propri distributori, e di conseguenza diversi sistemi di formazione. Il concetto base del MLM è che i guadagni sono direttamente proporzionali al tipo e alla quantità e qualità di lavoro svolto. Potenzialmente essi sono anche molto elevati, ma devono scontrarsi con le difficoltà di creazione di un network di vendita. È paragonabile ad un sistema di franchising, ma non presenta per l’azienda elevati costi di implementazione e gestione, ma offre una maggior flessibilità.

Nella pratica si tratta principalmente di attività di intermediazione attraverso l’opera di incaricati alla vendita diretta (art.3, Legge n.173/2005) che ricevono una doppia remunerazione: un delta tra prezzi all’ingrosso e prezzi al dettaglio ed un compenso provvigionale sia sul prodotto direttamente venduto che sui prodotti venduti dai promotori del proprio team, i sotto-incaricati che egli stesso ha reclutato, il ramo di venditori che costituiscono la cosiddetta “downline”. La struttura assomiglia così a quella di un albero ramificato.
Ci tengo a questo punto a sottolineare la differenza (concreta e legislativa) tra i sistemi di network marketing e le famose “strutture piramidali” o “catene di Sant’Antonio”, in quanto si tratta del principale fraintendimento in merito al MLM. La legge 17.08.2005, n. 173, messa a punto a seguito di casi di truffa, regola la vendita diretta rivolta ai privati consumatori ed introduce norme per evitare le famose “catene” o “piramidi”, cioè quelle organizzazioni in cui il venditore multilevel, al quale è anche chiesto l’obbligo di acquistare un campionario, è anche remunerato semplicemente quando “arruola” un altro componente che, a sua volta, acquisterà il suo campionario, continuando la catena, con il rischio che questa diventi la remunerazione prevalente. In questi casi l’investimento iniziale è obbligatorio come prezzo per entrare nell’organizzazione e, per questo motivo, il diritto dell’acquirente di restituzione della merce rimane di difficilissima attuazione.
Inoltre queste strutture sono decisamente molto rigide e portano solo i “vertici” a guadagni degni di nota, basandosi sul principio temporale gerarchico anziché su quello meritocratico. Spesso il guadagno in profondità ha un limite nel numero di livelli (generalmente 6) e, quale che sia il volume creato da ogni incaricato, se questi decide di interrompere l’attività, tutto il lavoro fatto e il giro d’affari movimentato svanisce nel fumo. Nella maggior parte dei casi il movimento di prodotti e/o servizi è generato dall’obbligo di acquisto e non tanto da una deliberata scelta dell’incaricato e, quando la cadenza dei propri acquisti non viene rispettata, si viene estromessi dalla struttura.
Ovviamente tutto ciò ha contribuito a creare nel tempo un’immagine negativa di tutti i sistemi multilevel, appiattendo le differenze tra network e piramidi e ingenerando purtroppo confusione e generalizzazioni, a discapito di quelle aziende che invece si propongono di offrire prodotti e servizi di elevata qualità, un piano marketing serio e remunerativo ed una struttura trasparente e meritocratica. Come un giocatore di golf, inclinando la mazza con una differenza di angolazione di pochi millimetri, produrrà sulla distanza risultati enormemente diversi, così anche nel business differenze minimali possono portare a due risultati assolutamente opposti: successo o.. buco nell’acqua! La qualità si vede nei dettagli, quindi.. prestate attenzione!!
In una seria attività di network marketing, il principio che porta all’avanzamento è meritocratico, cioè la struttura non è rigida e permette ad ogni incaricato di ottenere compensi anche maggiori rispetto alla propria upline. Poi, il guadagno in profondità non ha limiti di livello e si estende a tutti i volumi generati. Inoltre, differenza molto importante, il codice assegnato in ingresso, che identifica numericamente la propria impresa, è vendibile (stimandone il valore esattamente come per ogni altra impresa “fisica”) ed ereditabile (in caso di decesso dell’incaricato). Non ci sono obblighi d’acquisto ma, al limite, passi suggeriti per velocizzare la propria crescita. E’ ovviamente presente la clausola “soddisfatti o rimborsati”, espressione di un diritto che l’ordinamento giuridico di ogni Stato moderno riconosce come diritto inalienabile del consumatore. Possibilità di offrire forme di impiego seriamente impostate, dalle grosse potenzialità, ad investimento praticamente nullo e con trattamento fiscale favorevole.. quindi a rischio zero! Solitamente, le società che operano regolarmente, con serietà e con rispetto delle regole di mercato, sono quelle ormai consolidate e sul mercato da un trentennio.
Torniamo al blog di Giancarlo Iannelli: Gian, operando sia come imprenditore in vari ambiti, che come consulente e coach per privati e aziende, riceve giornalmente infinite proposte di affiliazione a sistemi di MLM e solo se, dopo un’accurata valutazione di alcuni parametri, la proposta passa il suo vaglio, instaura con alcune aziende una partnership collaborativa sulla selezione e sulla formazione del personale operante nel settore, offrendo corsi specifici di comunicazione, vendita, ma soprattutto crescita personale. Ecco quindi i 3 paramentri di selezione che secondo il parere di Gian  identificano un buon business: 1) il cavallo di battaglia (considerata la miriade di aziende che oggi operano con sistema multilevel, è vitale che almeno un prodotto o servizio venduto sia particolarmente allettante o addirittura esclusivo, oltre che estremamente concorrenziale in termini di qualità/prezzo), 2) il kit d’ingresso (non deve essere eccessivamente alto, o comunque deve avere una flessibilità; alcune aziende, ad esempio, offrono più tipologie d’investimento in base all’impegno con cui la persona interessata vuole iniziare la propria attività. Gian non consiglia investimenti superiori alle 500 euro), 3) il non obbligo di acquisto o di consumo (attenzione a chi offre un ingresso a costo zero, obbligando poi ad un acquisto minimo mensile: l’attività di multilevel deve essere totalmente libera!).
Ricordatevi che proponendo un’attività seria di network marketing, come dice Kiyosaki, state offrendo una meravigliosa opportunità: va coltivata e compresa, non sprecata! Come dice Anthony Robbins, la qualità della nostra vita (e del nostro business!) è direttamente proporzionale alla nostra capacità di intessere relazioni e di creare network!
E’ il momento di mettersi alla prova e di.. mettere in crisi la crisi!!
Per ulteriori informazioni contattatemi all’indirizzo email viviana.passarotti.coach@gmail.com e, per scoprire un’opportunità di business che rispetta i parametri elencati, visitate il sito www.tempiodellabellezza.nsedreams.com.
A presto!

sabato 13 novembre 2010

L'INVIDIA

Per iniziare, cerchiamo sul dizionario l’origine etimologica del termine: invido, dal latino invidus, da in-videre > invidiare : composizione delle particelle in = in, sopra e videre = vedere, guardare, perché l’invidioso guarda con occhio bieco ed iroso l’altrui felicità e bada a tutti i difetti e a tutte le piccole cose di quello a cui porta invidia per fargliene addebito. Ad altri invece sembra meglio spiegato con in per non e videre per vedere, quasi stornar la vista, veder di malocchio, guardar bieco, poiché l’invidioso non può vedere la prosperità altrui senza provarne un vivo rancore e, invece di fissar gli occhi sull’oggetto che eccita la sua passione, li ritorce involontariamente e con orrore. In slavo si esprime allo stesso modo l’Odio, che si definisce niena-viditi, cioè non poter vedere. Dante nel XIII canto del Purgatorio condanna gli invidiosi a stare appoggiati immobili lungo una riva  con le palpebre forate come sparvieri non ancora addestrati, ai quali queste venivano cucite con refe e seta; ed i commentatori sostengono che il poeta abbia fatto ciò per ricordare agli invidiosi come questo vizio serri gli occhi dell’intelletto di chi soffre e si duole della prosperità del suo prossimo.
Ma com’erano saggi i nostri predecessori latini nel processo di creazione lessicale! E quanto arguta l’ironia dantesca nel raffigurare per legge del contrappasso una dannazione allegorica così appropriata!
“La gente ti perdona l’insuccesso, ma non ti perdona il successo”: quante volte ho sentito dire dai grandi della formazione questa frase e quante volte l’ho potuta verificare! Ogni volta che incontro una persona con delle abilità maggiormente sviluppate delle mie, cerco sempre di capire come poter imparare, come modellarla, come prendere insegnamenti. Sono consapevole che dal confronto con l’altro in genere c’è comunque una crescita reciproca, se la si sa leggere: l’altro ci fa da specchio, nei nostri pregi e nelle nostre mancanze, e nell’interazione abbiamo sempre la possibilità di sviluppare abilità ed emozioni magari da noi troppo poco “allenate”..! La vita è generosa: se chiedi di avere il dono della pazienza, l’Universo ti darà l’occasione per imparare ad esercitarla.. ma non è fantastico..;-)?
Purtroppo mi rendo conto che, anche se questo dovrebbe essere un atteggiamento del tutto normale, suggerito da tutte le grandi filosofie di pensiero, da tutte le grandi vie di crescita spirituale, da tutti i grandi e geniali illuminati della storia, dalla PNL e.. dal buon senso, in realtà l’atteggiamento che mediamente ci circonda non è affatto questo! Piuttosto che cercare di crescere ed evolvere per migliorare se stessi (e ovviamente sono necessari: impegno, dedizione, determinazione, perseveranza, umiltà, motivazione.. e molti altri ingredienti che prevedono la volontà costante di uscire dalla propria zona di confort..!) , vedo così tante persone che cercano di distruggere i successi altrui per non dover necessariamente confrontarsi con una distanza che, a causa della loro propria staticità, diventa sempre più incolmabile. Ma, ammesso anche dovessero farcela.. la loro statura personale resta sempre.. bassa allo stesso modo!
L’invidioso non riesce a sopportare che qualcuno faccia il passo più lungo della.. SUA gamba! Oscar Wilde diceva che “tutti sono buoni a compatire le sofferenze di un amico, ma ci vuole un`anima veramente bella per godere dei successi di un amico” e ancora il grande Socrate evidenziava che “la felicità è sempre soggetta all’invidia: la sola miseria non è invidiata da nessuno”. L'invidia deriva quindi dal confronto irrazionale fra quanto hanno raggiunto altre persone e quanto ha raggiunto il soggetto, ma non è la mancanza delle qualità che possiedono gli altri a causare l’insuccesso, bensì l'incapacità di valorizzare a dovere e sviluppare le qualità che si possiedono.
Se cercate un invidioso, cercate chi crede di essere invidiato. Eh già, chi soffre di questa diffusissima malattia, è molto spesso portato a pensare che tutti ne siano contagiati e che tutti provino invidia nei suoi confronti! L’invidia è un sentimento che divora chi lo nutre: avete mai visto un lama tibetano, una persona spiritualmente evoluta, un genio, un illuminato, una persona veramente di successo essere così poco in equilibrio da rodersi di invidia..;-)?
“L’invidia è ammirazione andata a male”: adoro questo aforisma, rende magnificamente l’idea! Una sana ammirazione è un sentimento di profonda stima che coinvolge emotivamente chi la prova, unito all’umiltà di sentirsi eterni allievi nella vita. Già.. l’umiltà.. Purtroppo l’invidia ha quasi sempre un compagno ancora peggiore: l’orgoglio. E il paradosso è che più in alto vola una persona, più chi resta a terra lo definisce stoltamente piccolo! Ma solo tra i cirri e i cumuli in alto nel cielo è possibile osservare l’orizzonte nella sua totale magnificenza..
Victor Hugo diceva che “l’invidia è una buona stoffa per confezionare una spia” e il Duca de Lévis che “la critica è un’imposta che l’invidia percepisce sul merito”. Critica e pettegolezzo: binomio inscindibile! Quante volte il successo di alcuni è accompagnato dal brusio di fondo di comitati di persone che in questo modo passano il loro tempo..? Già.. tempo, non vita.. E quanto è triste vedere così tante persone che si lasciano scorrere la vita tra le dita, osservandola come un film del quale non hanno la forza di essere protagonisti..
Non siamo eterni in questo passaggio sulla Terra, perlomeno non lo siamo ad ogni passaggio: che senso ha sprecare la vita così? Il nostro nucleo centrale è fatto di pura energia, il nostro sé interiore è già perfetto così com’è.. tutto ciò di cui abbiamo bisogno è già dentro di noi, non ci manca nulla.. Il nostro processo di crescita ricorda l’arte della maieutica socratica: dobbiamo solo far emergere le nostre qualità interiori. Ma questo nucleo è avvolto dallo strato dell’ego, dove ci sono lo nostre ferite emotive, i nostri traumi, i nostri schemi.. E’ la nostra parte più suscettibile, fatta di vizi, memorie  cristallizzate in epoche precedenti, reazioni di matrice infantile (anche quando mascherate dietro l’apparenza delle figure dell’adulto e/o del genitore). E’ in questo strato che cresce e si alimenta il sentimento dell’invidia. Poi, esternamente, c’è lo strato della maschera, il nostro falso sé, lo strato che mostriamo agli altri. E l’invidioso non vuole assolutamente mostrare la propria invidia, quasi sempre celata dietro false affermazioni ed ostentati complimenti. Quanto più forte sarà l’invidia, tanto più forte sarà il tentativo di celarla. E la differenza tra ciò che si è veramente e ciò che si finge di essere causa una forte dissipazione energetica, un’instabilità emotiva, una serie di emozioni distruttive e poco produttive ed una base assolutamente instabile per la propria vera crescita.
Il pensiero è una forma di energia e le recenti scoperte scientifiche ne stanno provando la forza creatrice. Quindi, quando noi abbiamo continuamente pensieri negativi, che cosa possiamo aspettarci di creare nella vita..? Quando si semina vento, si raccoglie tempesta. Ed è giusto così, è una legge karmika. Se invece di cercare di distruggere gli altri ognuno pensasse alla propria crescita interiore avremmo decisamente un mondo migliore.
L’invidia si accompagna spesso ad ignoranza, falsità, cattiveria ed altre cattive compagne.. Attenzione: ciò che si lancia ritorna, moltiplicato.. Gandhi diceva che se non siamo in grado di far del bene agli altri, almeno limitiamoci a non far del male. Ma poi.. perché questa cattiveria..? Che reazione di bassa vibrazione energetica alle proprie ferite.. e non risolve nulla.. solamente degrada chi vive con queste modalità.
Francois de La Rochefoucauld scrive: “Il segno più sicuro che si è nati con grandi qualità è l’essere nati senza invidia”.
Meditate gente, meditate.. ;-)


domenica 31 ottobre 2010

LETTERA APERTA A STRISCIA LA NOTIZIA

Somma Lombardo, 01 Novembre 2010

Spettabile Striscia la Notizia,
vi scrivo questa lettera in relazione ai servizi che sempre più spesso state mandando in onda per smascherare truffe di presunti medici o strambalati terapeuti.
Ho sempre stimato e tuttora stimo la vostra trasmissione e sono sempre più convinta che i vostri interventi riescano a portare risultati anche laddove le istituzioni non producono alcun esito positivo.
Nonostante questo, mi trovo in disaccordo sulle modalità con le quali vengono conclusi i servizi ai quali mi sono riferita poche righe fa. Molto spesso i vostri inviati concludono esortando il pubblico a fidarsi esclusivamente della medicina convenzionale, sottintendendo che la totalità delle terapie alternative sono praticate da truffatori non certificati. Cerchiamo di evitare le generalizzazioni, che appiattiscono le specificità individuali, nel bene e nel male.
Per prima cosa, molti approcci che in Italia, per forti pressioni di varia natura,  non sono considerati “ufficiali” (agopuntura, omeopatia, osteopatia..), lo sono invece giusto appena dopo aver varcato i nostri confini.
Secondariamente, esistono documenti internazionali che riportano centinaia di migliaia di errori medici causati da dottori istituzionali, tutt’altro che infallibili; d’altra parte esistono invece anche naturopati, agopuntori, omeopati e terapeuti di svariata estrazione con anni di studio alle spalle che svolgono il proprio lavoro professionalmente e con competenza, ottenendo strepitosi risultati.
Ciò che già tempo fa mi aveva invogliata a scrivervi questa email, è stato quel servizio che aveva smascherato un presunto medico che palpeggiava le pazienti definendo la sua terapia “lavaggio energetico”. Il lavaggio energetico è una tecnica messa appunto da un cardiologo israeliano di fama internazionale, laureato in medicina a Torino, autore di diversi libri: il Dottor Nader Butto. Per vostra informazione, nonostante siano tutt’altro che approcci convenzionali, i corsi del dottor Butto sono riconosciuti dal Ministero e conferiscono a medici e farmacisti i crediti ECM (Educazione Continua in Medicina). Di certo il trattamento non è quello che praticava il “terapeuta” che avete scovato, ma capite bene che citare il lavaggio energetico e suggerire alle persone di fidarsi solo ed esclusivamente della medicina convenzionale, taglia le gambe a terapeuti che svolgono il loro lavoro diligentemente  solo perché non ritenuti “ufficiali” dalla nostra legislazione.
Personalmente, pur svolgendo attualmente un altro lavoro, sono iscritta alla facoltà di Scienze e Tecnologie del Fitness e dei Prodotti della Salute (un’interfacoltà di Farmacia) e mi interesso  di medicine complementari e alternative da 12 anni. Ho conseguito lo Zone Consulent per la Dieta a Zona, l’attestato di Dieta GIFT, sono Personal Trainer ISSA ed Educatore Alimentare FIF, riconosciuto dal CONI. Ho seguito il Dottor Fabrizio Duranti, Barry Sears, Attilio & Luca Speciani, Charlie Fantechi, Nader Butto, Roy Martina e molti altri (potete verificare sul sito www.vivianapassarotti.com). Sono anni di formazione, convegni, libri, corsi di aggiornamento, studio.. conosco gli argomenti di cui sto parlando.
Le recenti scoperte nel campo della fisica quantistica stanno riportando gli studi più all’avanguardia nel campo della medicina verso il riavvicinamento alle antiche tradizioni. Bruce Lipton ha scritto il libro “La Biologia delle Credenze”, dimostrando l’influenza dell’energia del pensiero sul nostro DNA; all’ultimo congresso che ha tenuto recentemente in Italia, Gregg Braden ha mostrato rilevazioni in doppler di un trattamento antitumorale effettuato da un guaritore, ovviamente tacciato come “miracolo” (Richard Bartlett ha infatti scritto un testo a riguardo, “La Fisica dei Miracoli”). Max Gerson, un medico messicano, mise appunto una terapia antitumorale che ha dimostrato grande efficacia, ovviamente volutamente osteggiata: questa terapia ribalta i correnti dettami nutrizionali, dimostrando l’efficacia “nutraceutica” di certi alimenti nella cura e nella prevenzione delle patologie. Ma, come disse Richard Beliveau, chi potrebbe essere interessato a sostenere e finanziare determinate ricerche quando non esiste nessuna molecola da poter brevettare e vendere, ma solo broccoli e lamponi dalle grandi (e tenute ben nascoste!) proprietà?
Avete invitato voi chiunque volesse scrivervi a farlo.. spero siate equi e che questo messaggio possa arrivare nelle case degli italiani, per non fare di ogni erba un fascio, fare informazione in maniera più equa e dare alle persone la possibilità di decidere in maniera più consapevole.
Ringraziandovi per la vostra attenzione,
con stima,
PASSAROTTI VIVIANA.