mercoledì 29 giugno 2011

L’AMORE

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Durante quest’ultimo mese mi sono chiesta a quale tema avrei potuto dedicare il nuovo articolo del blog.. e devo dire che alla fine non mi sono infilata in qualcosa di semplice..! L’amore.. Diversi nel tempo, nello spazio e nelle culture, i libri incentrati sull’amore sono davvero un numero inimmaginabile! Dell’amore si parla sotto diversi aspetti: amore romantico, amore familiare, amore per gli amici, amore per se stessi, amore sessuale, amore platonico, amore caritatevole, amore per un ideale, amore politico e sociale, amore per gli animali e la natura, amore di fede, amore cosmico o universale.. Quello che vorrei cercare di fare in questo articolo è il punto sull’essenza profonda di questo sentimento, pur rendendomi conto che l’ampiezza delle argomentazioni è talmente vasta da rendere ovvia a priori un’incompletezza intrinseca della trattazione.
Provo un estatico momentaneo senso di smarrimento davanti a questa pagina bianca, dissolvendo la mia attenzione nel concetto di “amore”.. e mi viene in mente la frase citata da Umberto Eco alla fine de “Il nome della rosa”: “Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus” (“la rosa, che era, [ora] esiste solo nel nome, noi possediamo soltanto nudi nomi”), ad indicare che l’essenza profonda delle cose fatica ad essere definita, ma può solo essere percepita e vissuta.. e di questa essenza a noi resta solo il nome, nudo.. spoglio del suo profumo e della sua identità profonda.. Mi si perdoni la digressione.. mi sono abbandonata alla condivisione di un momento meditativo profondo..
Il cuore mi si riempie di gioia quando vedo due mondi da tempo separati, scienza e spiritualità, avvicinarsi ed intersecarsi, descrivendo con vocabolari diversi la stessa materia.. Se andiamo a prendere il testo originale in aramaico del Pater Noster, possiamo osservare che recita così: “Padre Nostro, che sei Ovunque”.. ovunque? Ma.. non ci hanno per caso sempre fatto ripetere: “..che sei nei cieli..”? Questo (voluto?) errore di traduzione, ha prodotto come risultato un dualismo estremo tra Dio e l’Uomo, tra Creatore e Creato, tra la sorgente emittente dell’amore (Dio) e il risultato della creazione d’amore (l’Uomo). Peccato che questa ripetizione ipnotica secolare e millenaria ci ha fatto progressivamente “dimenticare” l’immanenza della scintilla d’amore in ogni uomo, essere vivente e particella del creato e ci ha fatto “trascurare” la nostra profonda essenza divina e la correlazione d’amore esistente in tutto il cosmo. La fisica quantistica però ora sta arrivando a trovare nel nostro corpo, tra le particelle osservate in laboratorio, quel principio di energia d’amore da sempre appannaggio della sola spiritualità, un’energia talmente forte in grado di modificare la materia (miracoli?).
Un'antica leggenda indù narra che gli dei nascosero la divinità nell'uomo e solo successivamente gli insegnarono un metodo, la meditazione, per riscoprirla.. <<C’era un tempo in cui gli uomini erano simili agli Dei, ma abusarono talmente del proprio potere che Brahma, il Dio Supremo, decise di privarli della potenza divina nascondendola in un luogo a loro inaccessibile. Pensò di consultare gli altri Dei per risolvere il problema. Alcuni degli Dei riuniti a consiglio dissero: ”Nasconderemo la divinità dell’uomo nelle profondità della terra”. Brahma rispose: “Non è sufficiente, l’uomo scaverà e la troverà”. Gli Dei dissero allora: ”Nasconderemo la divinità dell’uomo negli abissi oceanici”. Brahma rispose ancora: “Non basta. L’uomo esplorerà le profondità dei mari e riuscirà a riportarla in superficie”. Allora gli dei: “La nasconderemo sulla montagna più alta, quasi al limite del cielo, dove l’uomo non potrà arrivare”. Brahma rispose ancora: “Non basta. L’uomo scalerà le montagne più alte e se ne impadronirà”. Allora gli dei conclusero: “Non sappiamo dove nascondere la divinità dell’uomo, non c’è posto sulla terra, nel mare o nel cielo che egli non possa raggiungere”. Finalmente Brahma sentì di aver trovato la soluzione al problema e disse: “La nasconderemo profondamente dentro l’uomo stesso, abiterà proprio nel suo cuore: è l’unico posto in cui l’uomo non guarderà.”.>>.. Siamo certi si tratti solo di mitologia o, forse, come molto spesso accade, la scienza delle antiche tradizioni custodisce un sapere arcano che solo la presunzione dell’uomo moderno, che si ritiene “più evoluto” rispetto ai suoi predecessori, trascura con orgogliosa superficialità?

Gregg Braden, già citato più volte negli articoli di questo blog, nel libro “Il codice della vita – Le origini divine del DNA”, manifesta la correlazione tra gli alfabeti biblici della lingua araba ed ebraica e il nostro “alfabeto genetico”, rivelando l’immanenza in ognuno di noi di un codice divino perduto, in grado di abbattere ogni diversità ed ogni distanza e di renderci tutti interconnessi attraverso una profonda energia d’amore.. il mistero della nostra origine.. Sotto i nostri occhi abbiamo le risposte: gli elementi del DNA che costituiscono il corpo umano (idrogeno, azoto, ossigeno e carbonio), attraverso analogie e correlazioni impossibili da trascurare, possono essere sostituiti con quattro lettere dell’alfabeto ebraico – Yod, Hey, Vav e Gimel – rivelando così che il nostro DNA può essere inteso letteralmente come un alfabeto traducibile, contenuto in ogni cellula umana. Le probabilità che queste quattro lettere abbiano creato casualmente un messaggio dotato di senso a partire dall’alfabeto ebraico ammontano a solo 1 su 234.256, ovvero all’improbabile probabilità dello 0,00042%.

Se noi passiamo dall’infinitamente grande all’infinitesimamente piccolo, non possiamo non notare le analogie che pervadono tutto l’Universo. I pianeti ruotano attorno alle stelle così come nell’atomo gli elettroni gravitano attorno al nucleo di protoni e neutroni, l’immagine in colorazione doppler del cervello durante l’emanazione di un’energia d’amore e di guarigione è identica all’immagine dell’Universo scattata dal telescopio Hubble (assolutamente identiche al simbolo del tao!!), la spirale di una conchiglia rispetta perfettamente le proporzioni del canone aureo che così frequentemente appaiono in natura (si parla di “geometria divina”), la regolarità del flusso mestruale della donna rispecchia i ritmi delle fasi lunari.. sono solo alcuni degli innumerevoli esempi.. Ermete Trismegisto avrebbe scritto in questi termini in un testo a lui attribuito, "La tavola di Smeraldo": « Quod est inferius, est sicut quod est superius, / et quod est superius, est sicut quod est inferius: / ad perpetranda miracula rei unius. / Et sicut omnes res fuerunt ab uno, mediatione unius; / sic omnes res natae fuerunt ab hac una re, adaptatione. », ovvero « Ciò che è in basso è come ciò che è in alto / e ciò che è in alto è come ciò che è in basso / per fare i miracoli della cosa una. / E poiché tutte le cose sono e provengono da una, per la mediazione di una, / così tutte le cose sono nate da questa cosa unica mediante adattamento. ». Vi sembrano tutte coincidenze..;-)?

Vittorio Marchi ha scritto “La scienza dell’Uno” e “L’Uno detto Dio”, andando alla ricerca nel mondo dell’invisibile di quel principio di amore universale che è la chiave del nostro passato (la nostra origine), del nostro presente (unico momento nel quale ha effetto il nostro libero arbitrio) e del nostro futuro (processo co-creativo intenzionale, ritorno alla Sorgente ed evoluzione). E, se tutto è Uno, unico ed interconnesso, ecco che possiamo comprendere meglio il principio dell’entanglement. Nell’Universo vige un principio grazie al quale ciò che appare essere separato nello spazio e nel tempo è in realtà strettamente collegato, attraverso una correlazione energetica indissolubile, atemporale e non locale. Ogni essere umano è quindi entangled con ogni altra particella esistente nel cosmo, ma con gli altri esseri umani il livello di entanglement è molto più forte, specialmente con quelli con cui ha relazioni di parentela o ha avuto relazioni affettive o con le quali ha condiviso esperienze intime, fisiche, mentali o emozionali (eventi generanti sincronicamente negli individui nuove particelle energetiche). Ricordate la celeberrima frase di Gandhi “Sii tu stesso il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”..? Questa frase ha un significato ben più profondo rispetto alle parole che comunica.. E’ stato scientificamente provato che quando l’1% di individui di una stessa specie animale acquisisce nuove abilità o nuove consapevolezze, questo 1% costituisce il punto di massa critica sufficiente che, per risonanza ed entanglement, rende possibile un salto quantico evolutivo in tutta la specie in questione. Quindi, se ognuno di noi, invece di denigrare gli altri o lamentarsi per le vicende del mondo, si focalizzasse sulla propria crescita psicospirituale e sulla propria evoluzione nella consapevolezza e nell’amore, ogni singolo individuo potrebbe generare enormi cambiamenti nel mondo. Anche la persona più “piccola” può cambiare le sorti del mondo.. Siamo tutti gocce dello stesso mare e, senza anche solo una singola goccia, il mare non sarebbe più lo stesso.. Assumiamoci la responsabilità di ciò che accade nel mondo, non solo di ciò che accade a noi o attorno a noi.. ma nel mondo intero.. In fisica si dice che il battito delle ali di una farfalla a Roma può produrre un uragano a New York.. soffermiamoci un attimo a riflettere con attenzione.. noi possiamo avere una parte attiva nell’influenzare il livello energetico nel mondo intero..!! Credo fermamente del modello del mondo “exotropico” proposto da Fabio Marchesi, un mondo che tende sempre e comunque ad un’evoluzione globale verso un profondo amore cosmico ed un’etica di base universalmente condivisa (ben diversa dalla “morale”, parziale e strumentalizzata).

Ma, quindi, cos’è questo “amore”..? Osho ne parla così: “L'amore non è un bisogno, ma un traboccare. L'amore è un lusso, è abbondanza. Significa possedere così tanta vita che non sai più cosa farne, quindi la condividi. Significa avere nel cuore infinite melodie da cantare; che qualcuno ascolti o no è irrilevante. Tu devi comunque cantare, devi danzare la tua danza”. Meravigliosa.. adoro questa definizione. Parlando dell’evoluzione delle relazioni, Osho parla di tre stadi della coppia: rapporto di dipendenza (stadio psicologico evolutivo del bambino, amore bisognoso, in cui le due persone condividono la loro esistenza in quanto soddisfano i loro reciproci bisogni), rapporto di indipendenza (stadio psicologico evolutivo dell’adulto, rispetto della libertà dell’altro per la necessità che venga rispettata la propria individualità) e, infine, rapporto di interdipendenza (stadio psicologico evolutivo del genitore, amore maturo e gioioso, in cui gli individui riconfermano quotidianamente il desiderio di condividersi con l’altro, scegliendo in libertà di dare e senza la pressione dei bisogni). Spesso si scambia per amore il proprio bisogno di sentirsi amati.. ma “amare” è un verbo “attivo” e significa “dare”.. ben diverso dalla diatesi passiva della forma verbale “essere amati”.

Se osserviamo attentamente attorno a noi (e - siamo onesti! - spesso, dentro di noi..), vediamo moltissime persone che utilizzano il rapporto di coppia come legame parassitario, nel tentativo di soddisfare i propri bisogni e lenire le proprie paure.. in primis, la paura della solitudine.. Se noi cerchiamo disperatamente di soddisfare le nostre aspettative in una relazione e siamo convinti che è ciò che ci dà l’altro che produrrà in noi gioia, non arriveremo mai alla vera felicità.. La realizzazione della felicità sta nel dare e nell’amare in maniera incondizionata, senza aspettarsi nulla in cambio.. e quindi  si intende una forma di amore più elevato, che non coinvolge solo una specifica persona, ma che si espande a tutte le persone, tutti gli esseri viventi, tutto il creato.. Commuoversi di fronte ad un bimbo sconosciuto che sorride, saper lenire la sofferenza di un anziano che soffre della sua solitudine.. stupirsi di fronte al bocciolo di una rosa che si schiude o alla morte di un bruco, dalla quale risorge splendida una farfalla.. sentir vibrare il cuore di fronte alla magnificenza dell’intensità di un rosso tramonto o osservando l’immensità del cielo stellato.. Ascoltiamo, seguiamo, viviamo le emozioni.. perché questa è “vita”.. tutto il resto, come diceva Seneca, è solo “tempo”..

Scrive Paramhansa Yogananda: “Se vuoi essere triste nessuno al mondo può renderti felice. Ma se decidi di essere felice nessuno e niente può toglierti la felicità”. La vera relazione d’amore non si sostanzia di un amore bisognoso, ma di un amore gioioso. Due individui già completi e felici che scelgono di condividersi, creando una terza entità energetica, la coppia. In questo caso, nella relazione “illuminata”, ognuno sostiene l’altro nella crescita e nell’evoluzione e la potente sinergia porta ad una felicità ancora maggiore. Evitiamo di rifarci all’esempio di Platone delle due metà della mela, perché questo porta con sé un concetto di non completezza del singolo individuo. Pensiamo piuttosto, per restare in tema “fruttilogo”, alla bellezza di due ciliegie gemelle, perfette già singolarmente, ma splendidamente unite dai piccioli.. ;-)

Al nostro interno, nel nostro vero Sé, siamo già perfetti. Chi non ha mai sentito dire dai maestri di PNL “Tutto ciò di cui hai bisogno è già dentro di te!”..? Osho dice: “E' tempo che tu smetta di cercare fuori di te, tutto quello che a tuo avviso potrebbe renderti felice. Guarda IN te, torna a casa.”.. Se ci rendiamo consapevoli di tutto ciò, è ovvio che la relazione con gli altri migliora costantemente; e, soprattutto, la relazione di coppia, in quanto è qui che solitamente emerge maggiormente l’irrisolto del vissuto personale. Ogni persona con cui interagiamo non è per noi altro che un “trigger”, un grilletto che ci fa scatenare reazioni. Quindi, nell’incontro, l’altro è il nostro più grande maestro, perché, nel conflitto, porta a galla – citando Daniel Goleman – le nostre “emozioni distruttive”, per  metterci di fronte al nostro esame. Non si risolvono le cose cercando di eliminare lo stimolo o di cambiare l’altra persona, ma lavorando su se stessi ed arrivando ad esprimere emozioni più elevate, come le “emozioni che fanno guarire”, quali, per esempio, amore, gratitudine e perdono.. Se ciò non accade e cerchiamo di “sviare” il nostro esame evolutivo, la vita – generosamente! – ce lo ripropone, in altre situazioni, in altri momenti, attraverso altre persone. Se invece superiamo il nostro esame ed evolviamo (Einstein diceva che “non si può superare un problema allo stesso livello di pensiero che l’ha generato”), il nostro vero risultato non è ciò che otteniamo, ma il tipo di persona che siamo divenuti: quell’esame non si ripropone più sul nostro cammino (annullando quella che in psicologia viene definita un’inconscia coazione a ripetere) e l’Universo si riorganizza per crearci la prossima sfida..!

Ho citato molto spesso una frase per me molto toccante di Nader Butto: “Felicità è il segno, Amore è la via, Luce è lo scopo”. Amore è la via.. cioè la strada per l’evoluzione e la crescita. Quell’amore che è immanente in ognuno di noi e di cui spesso ci dimentichiamo per le paure e le ferite dell’Ego. Quell’amore universale che ci unisce tutti e che spesso nella nostra vita terrena trascuriamo. Quell’amore che travalica lo spazio e il tempo.. quel’amore che fa rincontrare eternamente in diverse vite le anime gemelle.. come ci spiega Brian Weiss in “Molte vite, un solo Amore”, mostrandoci come la cosiddetta realtà attorno a noi nasconda una realtà più profonda, dove il tempo e lo spazio abituali perdono di senso, e come una profonda necessità deterministica si celi dietro le apparenti coincidenze delle vicende amorose.

Cerchiamo di vivere nella consapevolezza dell’amore, di essere scevri da giudizio nei confronti degli altri, di rispettare tutto il creato scorgendone l’essenza divina.. Cerchiamo di “sentire” col cuore le vibrazioni energetiche delle persone e di accettarle per come sono perché nell’Universo tutto è già meravigliosamente perfetto così com’è ed ogni cosa che succede è sempre la miglior alternativa possibile.. Assumiamoci la responsabilità di ciò che producono i nostri pensieri, le nostre parole e le nostre azioni.. perché determineremo attraverso la loro congruenza - o la loro incongruenza - il nostro destino.. Ricordiamoci che tutto nell’Universo è potenzialità pura e che la legge di attrazione si attiva a partire dall’Amore, prima legge cosmica.. Ricordiamoci che l’Universo si basa su uno scambio dinamico energetico e su un flusso di amore: invece di pensare a “non fare agli altri ciò che non vorresti venisse fatto a te”, pensa in maniera proattiva a “fare agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te”! Quando scegliamo di compiere azioni che portino felicità e amore agli altri, anche i frutti del nostro Karma saranno ricchi di felicità e amore! Ricordiamoci del nostro Dharma, del nostro scopo.. la Luce, il vero Amore..

Vi ringrazio di aver solleticato nuovamente i vostri occhi con le mie numerose parole.. e mi congedo da voi salutando con Amore la vostra essenza divina..

“Mi inchino al luogo in te in cui abita l’intero universo. Mi inchino e onoro il luogo in te dove dimora l’amore la verità la luce e la pace. Quando Tu sei in quel luogo in Te, ed io sono in quel luogo in me, allora siamo una cosa sola. Namastè.”


Ps: so che questo articolo è stato davvero molto lungo, ma, vista l’argomentazione, ci terrei a salutarvi con una bellissima storia, che mi emoziona profondamente ogni volta che la leggo.. e so che potete sentire le mie lacrime di commozione.. Grazie e a presto..


La piccola anima e il sole

Non avere paura del buio, ti aiuterà a trovare la luce

di Neale Donald Walsch
(Sperling & Kupfer Editori)

Ai miei futuri nipotini se mai ne avrò,
e a tutte le Piccole Anime in attesa di venire al mondo.
Siete per noi benedizione e speranza, innocenza e gioia,
siete una promessa e la prova dell’amore infinito di Dio. 
 
C’era una volta, in un luogo fuori dal tempo, una Piccola Anima che disse a Dio: “Io so chi sono!”

“Ma è meraviglioso! E dimmi, chi sei?” chiese il Creatore.

“Sono la Luce!”

Il volto di Dio si illuminò di un grande sorriso. “E’ proprio vero! Tu sei la Luce.”

La Piccola Anima si sentì tanto felice, perchè aveva finalmente scoperto quello che tutti i suoi simili nel Regno avrebbero dovuto immaginare. “Oh”, mormorò, “è davvero fantastico!”

Ben presto però, sapere chi era non fu più sufficiente. Sentiva crescere dentro di sè una certa agitazione, perchè voleva essere ciò che era. Tornò quindi da Dio (un’idea niente male per chiunque desideri essere Chi è in realtà) e, dopo aver esordito con un: “Ciao, Dio!” domandò: “Adesso che so Chi Sono, va bene se lo sono?”

E Lui rispose: “Intendi dire che vuoi essere Chi Sei Già?”

“Beh, una cosa è saperlo, ma quanto a esserlo veramente.. Insomma, io voglio capire come ci si sente nell’essere la Luce!”

“Ma tu sei la Luce”, ripetè Dio, sorridendo di nuovo.

“Si, ma voglio scoprire che cosa si prova!”, piagnucolò la Piccola Anima.

“Eh, già” ammise il Creatore nascondendo a malapena una risatina, “avrei dovuto immaginarmelo. Hai sempre avuto un grande spirito d’avventura.”. Poi cambiò espressione. “Però, però.. C’è un problemino..”

“Di che si tratta?”

“Ebbene, non c’è altro che Luce. Vedi io ho creato solo ciò che sei e, di conseguenza, non posso suggerirti nulla per sentire Chi Sei, perchè non c’è niente che tu non sia.”

“Ehh?” balbettò la Piccola Anima, che a quel punto faceva fatica a seguirlo.

“Mettiamola in questo modo”, spiegò Dio. “Tu sei come una candela nel Sole. Oh, esisti, indubbiamente. In mezzo a milioni di miliardi di altre candele che tutte insieme lo rendono ciò che è. E il sole non sarebbe il Sole senza di te. Senza una delle sue fiammelle rimarrebbe una semplice stella.. perche’ non risulterebbe altrettanto splendente. E, dunque, la domanda è questa: Come fare a riconoscersi nella Luce quando se ne è circondati ?”

“Ehi”, protestò la Piccola Anima, “il Creatore sei tu. Escogita una soluzione !”

Lui sorrise di nuovo. “L’ho già trovata”, affermò. “Dal momento che non riesci a vederti come Luce quando sei dentro la luce, verrai sommerso dalle tenebre.”

“E che cosa sarebbero queste tenebre”

“Sono ciò che tu non sei” fu la Sua risposta.

“Mi faranno paura?”

“Solo se sceglierai di lasciarti intimorire”, lo tranquillizzò Dio. “In effetti, non esiste nulla di cui avere paura, a meno che non sia tu a decidere altrimenti. Vedi, siamo noi a inventarci tutto. A lavorare di fantasia.”

“Ah, se è così..” fece un sospiro di sollievo la Piccola Anima.

Poi Dio proseguì spiegando che si arriva alla percezione delle cose quando ci appare il loro esatto opposto. “E questa è una vera benedizione”, affermò, “perchè, se così non fosse, tu non riusciresti a distinguerle. Non capiresti che cos’è il Caldo senza il Freddo, ne’ che cos’è Su se non ci fosse Giù, ne’ Veloce senza Lento. Non sapresti che cos’è la Destra in mancanza della Sinistra e neppure che cosa sono qui e Adesso, se non ci fossero Là e Poi. Perciò – concluse -  quando le tenebre saranno ovunque, non dovrai agitare i pugni e maledirle. Sii piuttosto un fulgore nel buio e non farti prendere dalla collera. Allora saprai Chi Sei in Realtà, e anche tutti gli altri lo sapranno. Fa’ che la tua Luce risplenda al punto da mostrare a chiunque quanto sei speciale!”

“Intendi dire che non é sbagliato fare in modo che gli altri capiscano il mio valore?” chiese la Piccola Anima.

“Ma naturalmente!” ridacchiò Dio. “E’ sicuramente un bene! Rammenta, però, che speciale non significa migliore. Tutti sono speciali, ognuno a modo proprio! Tuttavia, molti lo hanno dimenticato. Capiranno che è buona cosa esserlo nel momento in cui lo comprenderai tu.”

“Davvero?” esclamò la Piccola Anima danzando, saltellando e ridendo di gioia. “Posso essere speciale quanto voglio?”

“Oh, si, e puoi iniziare fin da ora”, rispose il Creatore che danzava, saltellava e rideva a Sua volta. “In che modo ti va di esserlo?”

“In che modo? Non capisco.”

“Beh”, suggerì Dio, “essere la Luce non ha altri significati, ma l’essere speciali può essere interpretato in vari modi. Lo si è quando si è teneri, o quando si è gentili, o creativi. E ancora, si è speciali quando ci si dimostra pazienti. Ti vengono in mente altri esempi?”

La Piccola Anima rimase seduta per qualche istante a riflettere. “Ne ho trovati un sacco!” esclamò infine. “Rendersi utili e condividere le esperienze e comportarsi da buoni amici. Essere premurosi nei confronti del prossimo. Ecco, questi sono modi per essere speciali!”.

“Si!” ammise Dio, “e tu puoi sceglierli tutti, o trovare qualsiasi altro modo per essere speciale che ti vada a genio, in ogni momento. Ecco che cosa significa essere la Luce.”

“So cosa voglio essere, io so cosa voglio essere!” annunciò la Piccola Anima sprizzando felicità da tutti i pori. E ho deciso che sceglierò quella parte che viene chiamata “perdonare ed essere indulgenti”. Non è forse speciale essere indulgenti?

“Oh, certo”, assicurò Dio. “E’ molto speciale.”

“Va bene, è proprio quello che voglio essere. Voglio saper perdonare. Voglio Fare Esperienza in questo modo.”

“C’è una cosa però che dovresti sapere.”

La Piccola Anima fu quasi sul punto di perdere la pazienza. Sembrava ci fosse sempre qualche complicazione. “Che c’è ancora?” ribattè con un sospiro.

“Non c’è nessuno da perdonare”, disse Dio.

“Nessuno?” Era difficile credere a ciò che aveva appena udito.

“Nessuno”, ripetè il Creatore. “Tutto ciò che ho creato è perfetto. Non esiste anima che sia meno perfetta di te. Guardati attorno.”

Solo allora la Piccola Anima si rese conto che si era radunata una grande folla. Tanti altri suoni simili erano arrivati da ogni angolo del Regno perchè si era sparsa la voce di quella straordinaria conversazione con Dio e tutti volevano ascoltare. Osservando le innumerevoli altre anime radunate lì intorno, non potè fare a meno di dare ragione al Creatore. Nessuna appariva meno meravigliosa, meno magnifica o meno perfetta. Tale era il prodigio di quello spettacolo, e tanta era la Luce che si sprigionava tutt’attorno, che la Piccola Anima riusciva a malapena a tenere lo sguardo fisso sulla moltitudine.

“Chi, dunque, dovrebbe essere perdonato?” tornò alla carica Dio.

“Accidenti, mi sa proprio che non mi divertirò! Mi sarebbe tanto piaciuto essere Colui Che Perdona. Volevo sapere come ci si sente a essere speciali in quel senso.” La Piccola Anima capì, in quel momento, che cosa di prova a essere tristi.

Ma un’Anima Amica si fece avanti tra la folla e disse: “Non te la prendere, io ti aiuterò.”

“Dici davvero? Ma che cosa puoi fare?”

“Ecco, posso offrirti qualcuno da perdonare!”

“Tu puoi..”

“Certo! Posso venire nella tua prossima vita e fare qualcosa che ti consentirà di dimostrare la tua indulgenza.”

“Ma perchè? Per quale motivo?” chiese la Piccola Anima. “Sei un Essere di suprema perfezione! Puoi vibrare a una velocità così grande da creare una Luce tanto splendente da impedirmi quasi di guardarti! Che cosa mai potrebbe indurti a rallentare le tue vibrazioni fino a offuscarla? Che cosa potrebbe spingere te -che sei  in grado di danzare in cima alle stelle e viaggiare per il Regno alla velocità del pensiero- a calarti nella mia vita e divenire tanto pesante da compiere questo atto malvagio?”

“E’ semplice”, spiegò l’Anima Amica, “perchè ti voglio bene.”

Sentendo quella risposta, lo stupore invase la Piccola Anima.

“Non essere tanto meravigliato, Piccola Anima. Tu hai fatto lo stesso per me. Davvero non ricordi? Oh, abbiamo danzato insieme molte volte, tu e io. Nel corso di tutte le età del mondo e di ogni periodo storico, abbiamo ballato. Abbiamo giocato per tutto l’arco del tempo e in molti luoghi. Solo che non te ne rammenti. “Entrambi siamo stati Tutto. Siamo stati Su e Giù, la Sinistra e la Destra, il Qui e il Là, l’Adesso e il Poi; e anche maschio e femmina, bene e male: siamo ambedue stati la vittima e l’oppressore. Ci siamo incontrati spesso, tu e io, in passato; e ognuno ha offerto all’altro l’esatta e perfetta opportunità di Esprimersi e di Fare Esperienza di Ciò che Siamo in Realtà.”. “E quindi”, continuò a spiegare l’Anima Amica, “io verrò nella tua prossima vita e, questa volta, sarò il cattivo. Commenterò nei tuoi confronti qualcosa di veramente terribile, e allora riuscirai a provare come ci si sente nei panni di Colui Che Perdona”.

“Ma che cosa farai”, domandò la Piccola Anima, leggermente a disagio, “da risultare tanto tremendo?”

“Oh”, rispose l’Anima Amica strizzando l’occhio, “ci faremo venire qualche bella idea”. Poi soggiunse a voce bassa: “Sai, tu hai ragione riguardo a una cosa”.

“E quale sarebbe?”

“Dovrò diminuire alquanto le mie vibrazioni, e aumentare a dismisura il mio peso per commettere questa brutta cosa. Mi toccherà fingere di essere ciò che non sono. E quindi, ti chiedo in cambio un favore.”

“Oh, qualsiasi cosa, qualsiasi cosa!” gridò la Piccola Anima,che intanto ballava e cantava. “Riuscirò a perdonare, riuscirò a perdonare!”. Poi si rese conto del silenzio dell’Anima Amica e allora chiese: “Che cosa posso fare per te? Sei davvero un angelo, sei così disponibile ad accontentarmi!”

“E’ naturale che sia un angelo!” li interruppe Dio. “Ognuno di voi lo e’! E rammentatelo sempre: Io vi ho mandato solo angeli.”

A quel punto la Piccola Anima sentì ancora più forte il desiderio di esaudire la richiesta e chiese di nuovo: “Che cosa posso fare per te?”

“Quando ti colpirò e ti maltratterò, nell’attimo in cui commetterò la cosa peggiore che tu possa immaginare, in quello stesso istante …”
“Si? Si..”

“Dovrai rammentare Chi Sono in Realtà”, concluse l’Anima Amica gravemente.

“Oh, ma lo farò!” esclamò la Piccola Anima, “lo prometto! Ti ricorderò sempre così come sei qui, in questo momento!”

“Bene”, commentò l’Anima Amica, “perchè, vedi, dopo che avrò finto con tanta fatica, avrò dimenticato chi sono. E se non mi ricorderai per come sono, potrei non rammentarmelo per un sacco di tempo. Se mi scordassi Chi Sono, tu potresti addirittura dimenticare Chi Sei, e saremo perduti entrambi. E allora avremmo bisogno di un’altra anima che venisse in nostro soccorso per rammentarci Chi Siamo.”

“No, questo non accadrà!” promise la Piccola Anima. “Io ti ricorderò! E ti ringrazierò per avermi fatto questo dono: l’opportunità di provare Chi Sono.”

Quindi, l’accordo fu fatto. E la Piccola Anima andò verso una nuova vita, felice di essere la Luce e raggiante per la parte che aveva conquistato, la Capacità di Perdonare.

Attese con ansia ogni momento in cui avrebbe potuto fare questa esperienza per ringraziare l’anima che con il suo amore l’aveva resa possibile.

E in tutti gli istanti di quella nuova vita, ogni qualvolta compariva una nuova anima a portare gioia o tristezza –specialmente tristezza- ricordava quello che aveva detto Dio.

“Rammentatelo sempre”, aveva affermato con un sorriso, “Io vi ho mandato solo angeli”.
                              
                              






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